Archeologia e Villaggio Preistorico
Ricostruzione di un villaggio dell'età del bronzo.
Le prime testimonianze di frequentazione umana a Bovolone sono state rinvenute in località Pila Culà e risalgono al Neolitico Recente (metà del IV millennio a.C. circa). È però durante l’Età del bronzo (II millennio a.C.) che il territorio bovolonese vede nascere e svilupparsi numerosissimi insediamenti, tutti collocati lungo il paleoalveo del fiume Menago, prova dell’ormai massiccia colonizzazione operata delle genti di cultura palafitticolo-terramaricola: risalgono a questo periodo infatti gli abitati di Novarina, Gesiole, Crosare e Saccavezza, quest'ultimo in parte sepolto ancora oggi all'interno del Parco, databili tra la fine dell'antica Età del bronzo e il Bronzo recente (XVIII-XII secolo a.C.).
All'interno del Parco Valle del Menago, per valorizzare la componente archeologica del luogo, su un isolotto artificiale circondato dall'acqua è stato ricostruito un villaggio preistorico.
Al suo interno sono presenti tre capanne, una «stalla», un recinto per le capre e varie aree artigianali e produttive (una fornace per la produzione ceramica, un’area per la produzione metallurgica, un fornetto per il pane etc.), tutte realizzate in maniera filologica da un team di specialisti di Tramedistoria Impresa Sociale, basandosi sui dati di scavo degli abitati protostorici della pianura veronese (due capanne e la fornace si basano sui dati provenienti da Crosare di Bovolone; una capanna fa riferimento all’abitato delle Muraiole di Cologna Veneta).
Gli interni delle capanne sono sati arredati con suppellettili e manufatti che rappresentano copie fedeli di reperti originali oggi esposi principalmente presso il Centro Ambientale Archeologico Museo Civico di Legnago (VR).
Le aree artigianali desinate alla fusione del bronzo e alla cottura dei materiali ceramici, sono utilizzate periodicamente impiegando le tecniche pre-protostoriche per dimostrazioni al pubblico e alle scolaresche, secondo i dettami dell'archeologia imitativa e per ricavare dei dati scientifici ai fini della ricerca dell’archeologia sperimentale.
Il sito di Saccavezza
Gli scavi condotti al sito di Saccavezza, risalente alla media Età del bronzo (tra metà XVII e metà XVI secolo a.C.) e in parte sepolto in un’area del Parco, hanno portato alla luce oggetti in terracotta fra cui alcune "tavolette enigmatiche", un ridotto strumentario in selce composto da grattatoi, schegge o lame, punte di freccia, ed una piccola scultura -unica in area padana- in palco di cervo o di capriolo che rappresenta un rapace, probabilmente un falco, con le ali piegate in avanti che oggi è il simbolo del Parco Valle del Menago di Bovolone. I reperti sono attualmente esposi al Centro ambientale archeologico di Legnago (VR).
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